Ce l'hai una sigaretta?
Perché siamo altruisti? In senso stretto, non ci conviene. Da un punto di vista evoluzionista è immediatamente evidente. Specie se per aiutare qualcuno (indicargli una strada, prestargli dei soldi, invitarlo a pranzo) dobbiamo sacrificare una percentuale anche minima, del nostro benessere - e quindi delle nostre probabilità di sopravvivenza. Ma una percentuale anche minimamente inferiore di probabilità di sopravvivenza, moltiplicata per milioni di generazioni, porta, appunto, all'estinzione degli altruisti, a favore di un altro gruppo, più attento al proprio beneficio.
Ma noi siamo, in certa misura, altruisti! Secondo alcuni studiosi, questo significa che l'evoluzione, in questo caso, ha fallito: che è presente un meccanismo correttivo (chiamala empatia, chiamala anima, chiamalo stato di grazia) che fa sì che noi siamo altruisti anche se non ci conviene. È una posizione a un passo dal rifiuto dell'evoluzionismo in generale: e non a caso è stata molto comune in ambienti cattolici.
I falchi e le colombe
Supponiamo di immaginare una popolazione di una qualunque specie. Gli individui, a seconda del loro grado di ostilità o apertura nei confronti del prossimo, si dividono in "falchi" e "colombe". Come funzionano le loro interazioni? Quando un falco incontra una colomba, ne approfitta, e "vince" tutto il vantaggio di sopravvivenza. Quando si incontrano due colombe, pareggiano; ognuna guadagna meno di quanto avrebbe ottenuto se fosse stata un falco, ma più di quanto avrebbe ottenuto se ne avesse incontrato uno. Quando si incontrano due falchi, perdono entrambi.
Questo modello può descrivere qualunque tipo di interazione: fra affaristi (onesti, corrotti), fra animali territoriali (stabili, espansionisti), ecc. Che cosa succede al primo "giro" di incontri fra falchi e colombe? In testa alla classifica ci saranno i falchi che hanno incontrato una colomba, a metà classifica le colombe che hanno incontrato delle colombe, e in fondo tutti quelli che hanno incontrato un falco. Il risultato sembra lo stesso di prima: il vantaggio evolutivo va tutto ai falchi (agli "egoisti", appunto): l'altruismo si estinguerà.
No, guarda, domani ho da fare.
In questo ragionamento, però, non abbiamo tenuto conto del futuro. E cioè: una popolazione si evolve nel tempo, attraverso una serie di incontri successivi, la cui natura è determinata anche da come sono andati gli incontri precedenti. Possiamo pensare che, se qualcuno ci ha fregato il mese scorso, difficilmente faremo di nuovo affari con lui. Il modello va quindi modificato in questo modo: il risultato di un incontro determina anche la probabilità che ognuna delle parti coinvolte sia incline a ripetere quell'incontro in futuro. Una colomba che ne incontra un'altra vorrà ripetere la collaborazione (ha solo pareggiato, certo, ma una colomba non potrà mai "vincere" in senso stretto). Al contrario, chiunque incontri un falco, in seguito, preferirà evitarlo.
Cosa significa? Significa che ora il "guadagno" di un incontro andrà modificato in base alle aspettative di guadagno futuro che porta con sé. Ad esempio: il pareggio (oggi) di due colombe diventa: pareggio (oggi) + pareggio (domani) + pareggio (dopodomani) ecc. Al contrario, la vittoria di un falco diventa vittoria (oggi) + basta, perché la colomba lo eviterà.
Meglio un uovo oggi
Ripetendo i cicli di interazioni su un periodo evolutivo, in questo modello, le colombe vincono. E cioè: benché nel singolo incontro una colomba non possa vincere, ma al massimo pareggiare, alla lunga i gruppi di colombe tenderanno a preferire gli incontri "sicuri", a chiudersi rispetto ai falchi, e quindi a prosperare. I falchi, al contrario, si ritroveranno precluso ogni incontro con colombe, e, isolati, interagiranno solo fra loro, perdendo sempre. Sul lungo periodo, quindi, pur senza mai vincere nel singolo incontro, le colombe vincono su tutta la partita: ottengono, cioè, un maggiore vantaggio di sopravvivenza: diffondono alle generazioni successive i geni dell'altruismo. L'aspetto un po' controintuitivo di questo risultato ha portato chi lo ha raggiunto a parlare, in modo forse colorito, di "cospirazione delle colombe".
Il senso della cospirazione delle colombe non si applica unicamente all'evoluzione dei geni dell'altruismo. Visto che le persone, supponiamo, non sono univocamente falchi o colombe, ma possono scegliere la propria strategia a seconda dei risultati che si aspettano, questo risultato parla anche del nostro impulso ad essere onesti. Alcuni teorici del liberismo, ad esempio, vi hanno visto l'ennesima prova dell'autoregolamentazione del libero mercato: perché, appunto, esso alla lunga premia gli onesti, i trasparenti, facendoli prosperare, e portando spontaneamente (la mano invisibile!) all'emarginazione dei traditori. In questo senso, si tratta di una vera e propria simulazione della morale: siamo incoraggiati ad essere "altruisti" non dal nostro cuoricino candido, ma dal fatto che ci conviene: l'altruismo è, insomma, la forma più acuta e lungimirante di egoismo. Davvero?
La cospirazione delle colombe
La cospirazione ha successo solo se i risultati attesi dal futuro hanno un certo peso rispetto a quello attuale. E cioè, chi vince oggi perde alla lunga solo se il premio della vittoria di oggi non gli basta per il resto della sua vita: la reputazione ci serve solo nella misura in cui siamo costretti a interagire anche in futuro.
Se, ipoteticamente, un falco potesse guadagnare abbastanza da "sistemarsi" - se uno speculatore potesse fare, in un singolo affare, abbastanza soldi per ritirarsi definitivamente - il senso del modello si ribalterebbe: e avremmo a che fare, a tutti gli effetti, con una cospirazione dei falchi.
Questo, ovviamente, non inficia il ragionamento da cui siamo partiti, legato all'evoluzione dell'altruismo. Una situazione del genere, in natura, non si verifica mai.
Perché siamo altruisti? In senso stretto, non ci conviene. Da un punto di vista evoluzionista è immediatamente evidente. Specie se per aiutare qualcuno (indicargli una strada, prestargli dei soldi, invitarlo a pranzo) dobbiamo sacrificare una percentuale anche minima, del nostro benessere - e quindi delle nostre probabilità di sopravvivenza. Ma una percentuale anche minimamente inferiore di probabilità di sopravvivenza, moltiplicata per milioni di generazioni, porta, appunto, all'estinzione degli altruisti, a favore di un altro gruppo, più attento al proprio beneficio.
Ma noi siamo, in certa misura, altruisti! Secondo alcuni studiosi, questo significa che l'evoluzione, in questo caso, ha fallito: che è presente un meccanismo correttivo (chiamala empatia, chiamala anima, chiamalo stato di grazia) che fa sì che noi siamo altruisti anche se non ci conviene. È una posizione a un passo dal rifiuto dell'evoluzionismo in generale: e non a caso è stata molto comune in ambienti cattolici.
I falchi e le colombe
Supponiamo di immaginare una popolazione di una qualunque specie. Gli individui, a seconda del loro grado di ostilità o apertura nei confronti del prossimo, si dividono in "falchi" e "colombe". Come funzionano le loro interazioni? Quando un falco incontra una colomba, ne approfitta, e "vince" tutto il vantaggio di sopravvivenza. Quando si incontrano due colombe, pareggiano; ognuna guadagna meno di quanto avrebbe ottenuto se fosse stata un falco, ma più di quanto avrebbe ottenuto se ne avesse incontrato uno. Quando si incontrano due falchi, perdono entrambi.
Questo modello può descrivere qualunque tipo di interazione: fra affaristi (onesti, corrotti), fra animali territoriali (stabili, espansionisti), ecc. Che cosa succede al primo "giro" di incontri fra falchi e colombe? In testa alla classifica ci saranno i falchi che hanno incontrato una colomba, a metà classifica le colombe che hanno incontrato delle colombe, e in fondo tutti quelli che hanno incontrato un falco. Il risultato sembra lo stesso di prima: il vantaggio evolutivo va tutto ai falchi (agli "egoisti", appunto): l'altruismo si estinguerà.
No, guarda, domani ho da fare.
In questo ragionamento, però, non abbiamo tenuto conto del futuro. E cioè: una popolazione si evolve nel tempo, attraverso una serie di incontri successivi, la cui natura è determinata anche da come sono andati gli incontri precedenti. Possiamo pensare che, se qualcuno ci ha fregato il mese scorso, difficilmente faremo di nuovo affari con lui. Il modello va quindi modificato in questo modo: il risultato di un incontro determina anche la probabilità che ognuna delle parti coinvolte sia incline a ripetere quell'incontro in futuro. Una colomba che ne incontra un'altra vorrà ripetere la collaborazione (ha solo pareggiato, certo, ma una colomba non potrà mai "vincere" in senso stretto). Al contrario, chiunque incontri un falco, in seguito, preferirà evitarlo.
Cosa significa? Significa che ora il "guadagno" di un incontro andrà modificato in base alle aspettative di guadagno futuro che porta con sé. Ad esempio: il pareggio (oggi) di due colombe diventa: pareggio (oggi) + pareggio (domani) + pareggio (dopodomani) ecc. Al contrario, la vittoria di un falco diventa vittoria (oggi) + basta, perché la colomba lo eviterà.
Meglio un uovo oggi
Ripetendo i cicli di interazioni su un periodo evolutivo, in questo modello, le colombe vincono. E cioè: benché nel singolo incontro una colomba non possa vincere, ma al massimo pareggiare, alla lunga i gruppi di colombe tenderanno a preferire gli incontri "sicuri", a chiudersi rispetto ai falchi, e quindi a prosperare. I falchi, al contrario, si ritroveranno precluso ogni incontro con colombe, e, isolati, interagiranno solo fra loro, perdendo sempre. Sul lungo periodo, quindi, pur senza mai vincere nel singolo incontro, le colombe vincono su tutta la partita: ottengono, cioè, un maggiore vantaggio di sopravvivenza: diffondono alle generazioni successive i geni dell'altruismo. L'aspetto un po' controintuitivo di questo risultato ha portato chi lo ha raggiunto a parlare, in modo forse colorito, di "cospirazione delle colombe".
Il senso della cospirazione delle colombe non si applica unicamente all'evoluzione dei geni dell'altruismo. Visto che le persone, supponiamo, non sono univocamente falchi o colombe, ma possono scegliere la propria strategia a seconda dei risultati che si aspettano, questo risultato parla anche del nostro impulso ad essere onesti. Alcuni teorici del liberismo, ad esempio, vi hanno visto l'ennesima prova dell'autoregolamentazione del libero mercato: perché, appunto, esso alla lunga premia gli onesti, i trasparenti, facendoli prosperare, e portando spontaneamente (la mano invisibile!) all'emarginazione dei traditori. In questo senso, si tratta di una vera e propria simulazione della morale: siamo incoraggiati ad essere "altruisti" non dal nostro cuoricino candido, ma dal fatto che ci conviene: l'altruismo è, insomma, la forma più acuta e lungimirante di egoismo. Davvero?
La cospirazione delle colombe
La cospirazione ha successo solo se i risultati attesi dal futuro hanno un certo peso rispetto a quello attuale. E cioè, chi vince oggi perde alla lunga solo se il premio della vittoria di oggi non gli basta per il resto della sua vita: la reputazione ci serve solo nella misura in cui siamo costretti a interagire anche in futuro.
Se, ipoteticamente, un falco potesse guadagnare abbastanza da "sistemarsi" - se uno speculatore potesse fare, in un singolo affare, abbastanza soldi per ritirarsi definitivamente - il senso del modello si ribalterebbe: e avremmo a che fare, a tutti gli effetti, con una cospirazione dei falchi.
Questo, ovviamente, non inficia il ragionamento da cui siamo partiti, legato all'evoluzione dell'altruismo. Una situazione del genere, in natura, non si verifica mai.