L’essere umano è un organismo perfetto ed ogni uomo e donna di questa terra ha le potenzialità per un capolavoro unico e irripetibile. Ma allora, cosa sta succedendo in quest’epoca che viviamo per portarci ad un crescente e diffuso livello di smarrimento? Mancano punti di riferimento? ideali? valori etici? coscienza umana?
L’attuale società tende ormai a considerarci non tanto come individui unici quanto piuttosto come membri di una qualche categoria: giornalista, medico, politico, manager, disoccupato, studente, anziano, giovane…
Tendiamo a costringerci in un percorso predefinito che, a partire dalla scuola, ci dice come dobbiamo essere e a quali regole dobbiamo attenerci per essere considerati idonei al sistema.
Il mondo in cui viviamo ci porta sempre di più ad orientarci verso il rispetto di una serie di obblighi, consuetudini, modi di fare: di lavorare otto/dieci ore al giorno, di spendere, di tornare a casa ad una certa ora, di tranquillizzare i nostri partner, i nostri figli, i nostri parenti, amici, conoscenti, di soddisfare il capo, di pagare le tasse, di seguire certi clichè per vendere meglio la nostra immagine anche se è lontana da noi ….
E' quella creatività che è insita in ognuno di noi, che ci rende esseri unici e irripetibili, finisce sepolta da quintali di polvere al punto da non sapere più se esiste davvero o se è soltanto una
romantica utopia.
Forse dovremmo rimettere in discussione l’intero modello, diminuire i consumi, eliminare l’immenso superfluo, lavorare meno e dedicare molto più tempo alla comprensione di noi stessi.
Forse dovremmo guardarci dentro, rallentare i ritmi forsennati della nostra quotidianità, godere delle piccole cose, delle piccole emozioni, esaltare la nostra creatività, i nostri valori, le nostre potenzialità, il nostro talento.
Forse dovremmo curare più le amicizie, i rapporti con i nostri cari e con chi ha bisogno di noi, sorridere alla vita e affrontare con serenità i problemi.
Forse dovremmo appropriarci di noi stessi mettendo in primo piano il verbo “essere” e mettendo da parte il verbo “apparire”.
Se vogliamo vivere meglio e lasciare un mondo migliore ai nostri figli, mettiamo da parte il pessimismo e la rassegnazione e cerchiamo di dare l’impulso della speranza e della fiducia per cambiare il mondo che ci circonda.
L’attuale società tende ormai a considerarci non tanto come individui unici quanto piuttosto come membri di una qualche categoria: giornalista, medico, politico, manager, disoccupato, studente, anziano, giovane…
Tendiamo a costringerci in un percorso predefinito che, a partire dalla scuola, ci dice come dobbiamo essere e a quali regole dobbiamo attenerci per essere considerati idonei al sistema.
Il mondo in cui viviamo ci porta sempre di più ad orientarci verso il rispetto di una serie di obblighi, consuetudini, modi di fare: di lavorare otto/dieci ore al giorno, di spendere, di tornare a casa ad una certa ora, di tranquillizzare i nostri partner, i nostri figli, i nostri parenti, amici, conoscenti, di soddisfare il capo, di pagare le tasse, di seguire certi clichè per vendere meglio la nostra immagine anche se è lontana da noi ….
E' quella creatività che è insita in ognuno di noi, che ci rende esseri unici e irripetibili, finisce sepolta da quintali di polvere al punto da non sapere più se esiste davvero o se è soltanto una
romantica utopia.
Forse dovremmo rimettere in discussione l’intero modello, diminuire i consumi, eliminare l’immenso superfluo, lavorare meno e dedicare molto più tempo alla comprensione di noi stessi.
Forse dovremmo guardarci dentro, rallentare i ritmi forsennati della nostra quotidianità, godere delle piccole cose, delle piccole emozioni, esaltare la nostra creatività, i nostri valori, le nostre potenzialità, il nostro talento.
Forse dovremmo curare più le amicizie, i rapporti con i nostri cari e con chi ha bisogno di noi, sorridere alla vita e affrontare con serenità i problemi.
Forse dovremmo appropriarci di noi stessi mettendo in primo piano il verbo “essere” e mettendo da parte il verbo “apparire”.
Se vogliamo vivere meglio e lasciare un mondo migliore ai nostri figli, mettiamo da parte il pessimismo e la rassegnazione e cerchiamo di dare l’impulso della speranza e della fiducia per cambiare il mondo che ci circonda.