ORESTE BISAZZA TERRACINI
Non mi consente, il tempo, ritornare
ne’ mi consente traversare
dei ricordi il mare
e dell’oblio
il segno di una riva
a cui remare.
Nel mondo d’oggi immerso
inquieto ed impotente
mi limito sommergere
gli sforzi miei nel niente
e non lamento emetto di compianto
ma canto di silenzio, di tristezza
e pianto.
Osservo la mia terra, la mia gente
ed il ricordo ho in cuore, con l’ebrezza
della speranza unita a giovinezza.
Che cosa fatto ho io, oppur non feci
per piu’ valore dare alla giustizia?
Per contribuire al volo degli umani
che cosa fatto hanno le mia mani?
Questo mi chiedo, di tramonto avvolto
e non mi arrendo al fato dei miei giorni anziani
ferso futuro breve ormai rivolto.
Io so
che pure sia per poco
seguiro’ domani
la lotta di progresso
dei diritti umani.
E’ la’
ovunque sia un simile che soffra
unito coi fratelli solidali
la forza che residua nel mio cuore
io porgo a chi l’affanno spegne
e muore.
__________________________________________________________________________
Non e’ soltanto
il silenzioso grido
che non emette voce soffocata.
Che non consente
a voce strangolata scagliarsi al vento
contro l’ingiustizia
e che travolta lotti
e poi perisca.
E’ grido piu’ profondo, piu’ corale
che si ribella
e libera dal male.
Che a senso non si piega d’ingiustizia
ed offre a chi da donna nato e’ al mondo
di liberi diritti della vita
da quando al mondo appare, partorita.
Sono tutti quei diritti soffocati
che all’uomo non e’ dato esercitare
e ad altro uomo dato e’ calpestare.
A quei diritti ora mi appello e grido:
il mondo cambia e non si puo’ fermare.
Non mi consente, il tempo, ritornare
ne’ mi consente traversare
dei ricordi il mare
e dell’oblio
il segno di una riva
a cui remare.
Nel mondo d’oggi immerso
inquieto ed impotente
mi limito sommergere
gli sforzi miei nel niente
e non lamento emetto di compianto
ma canto di silenzio, di tristezza
e pianto.
Osservo la mia terra, la mia gente
ed il ricordo ho in cuore, con l’ebrezza
della speranza unita a giovinezza.
Che cosa fatto ho io, oppur non feci
per piu’ valore dare alla giustizia?
Per contribuire al volo degli umani
che cosa fatto hanno le mia mani?
Questo mi chiedo, di tramonto avvolto
e non mi arrendo al fato dei miei giorni anziani
ferso futuro breve ormai rivolto.
Io so
che pure sia per poco
seguiro’ domani
la lotta di progresso
dei diritti umani.
E’ la’
ovunque sia un simile che soffra
unito coi fratelli solidali
la forza che residua nel mio cuore
io porgo a chi l’affanno spegne
e muore.
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Non e’ soltanto
il silenzioso grido
che non emette voce soffocata.
Che non consente
a voce strangolata scagliarsi al vento
contro l’ingiustizia
e che travolta lotti
e poi perisca.
E’ grido piu’ profondo, piu’ corale
che si ribella
e libera dal male.
Che a senso non si piega d’ingiustizia
ed offre a chi da donna nato e’ al mondo
di liberi diritti della vita
da quando al mondo appare, partorita.
Sono tutti quei diritti soffocati
che all’uomo non e’ dato esercitare
e ad altro uomo dato e’ calpestare.
A quei diritti ora mi appello e grido:
il mondo cambia e non si puo’ fermare.