Ci sono dei film che restano ancorati nella nostra memoria come se fossero degli eventi straordinari della nostra vita. Film che sebbene visti decine e decine di volte, ti emozionano e divertono come la prima. Anche se sai esattamente cosa succederà nella prossima inquadratura e dici la battuta prima dell'attore, rimani ammaliato da quelle immagini e non ti riesci a staccare. Un americano a Roma è per me uno di quelli...
Anche rivedendolo per la milionesima volta rimarrei sempre stupito dalla grandezza di Albertone.
Albertone alias Nando Mericoni, alias Santi Baylor american attractions, offre una interpretazione maiuscola di un personaggio figlio del dopoguerra e della voglia d’america che c'era in quel periodo.
Steno, il regista, gli lascia campo libero, molte delle mitiche scene del film infatti, sono il frutto dell'improvvisazione di Albertone. Solo lui poteva delineare un personaggio così pittoresco, un
po' sbruffone e un po vigliacco, irriverente e imbranato, interessato solo al suo sogno americano, disinteressato ai problemi di tutti i giorni. Uno che sogna l'america, ma poi, provocato distrugge il maccherone... "Cara mamy, se fossi nato nel kansas city,..."
Vive di western e di film americani, vuol suonare il jazz con una banda strampalata, vuol fare teatro come il Gene Kelly italiano… gira con la sua moto alla marlon brando... mille tentativi e mille fiaschi... sale poi sul colosseo per protesta...
Ma la sua volgia non si ferma nemmeno alla fine, quando ormai sembra guarito dal suo mal d'america, si desta e con un colpo di mano, cancella la scritta fine e la sostituisce con "the end".
Ma al di la della storia e della trama, la cosa che ti rimane più impressa è l'enorme quantità di battute rimaste immortali.
A parte la mitologica "maccarone m'hai provocato…", vorrei ricordarne altre, ad esempio, quella che quando è prigioniero dei tedeschi e sta scavando delle buche insieme al suo inseparabile cicalone (carlo delle piane), e si rivolge al soldato tedesco che li controlla con la frase "Sempre cornutaccio...", e questo ride sempre...
Oppure quando durante un suo spettacolo, si rivolge ad uno spettatore maleducato, dicendogli "hai più di 21 anni, è ora che tu sappia di chi sei figlio...".
Grande Albertone!!!
Anche rivedendolo per la milionesima volta rimarrei sempre stupito dalla grandezza di Albertone.
Albertone alias Nando Mericoni, alias Santi Baylor american attractions, offre una interpretazione maiuscola di un personaggio figlio del dopoguerra e della voglia d’america che c'era in quel periodo.
Steno, il regista, gli lascia campo libero, molte delle mitiche scene del film infatti, sono il frutto dell'improvvisazione di Albertone. Solo lui poteva delineare un personaggio così pittoresco, un
po' sbruffone e un po vigliacco, irriverente e imbranato, interessato solo al suo sogno americano, disinteressato ai problemi di tutti i giorni. Uno che sogna l'america, ma poi, provocato distrugge il maccherone... "Cara mamy, se fossi nato nel kansas city,..."
Vive di western e di film americani, vuol suonare il jazz con una banda strampalata, vuol fare teatro come il Gene Kelly italiano… gira con la sua moto alla marlon brando... mille tentativi e mille fiaschi... sale poi sul colosseo per protesta...
Ma la sua volgia non si ferma nemmeno alla fine, quando ormai sembra guarito dal suo mal d'america, si desta e con un colpo di mano, cancella la scritta fine e la sostituisce con "the end".
Ma al di la della storia e della trama, la cosa che ti rimane più impressa è l'enorme quantità di battute rimaste immortali.
A parte la mitologica "maccarone m'hai provocato…", vorrei ricordarne altre, ad esempio, quella che quando è prigioniero dei tedeschi e sta scavando delle buche insieme al suo inseparabile cicalone (carlo delle piane), e si rivolge al soldato tedesco che li controlla con la frase "Sempre cornutaccio...", e questo ride sempre...
Oppure quando durante un suo spettacolo, si rivolge ad uno spettatore maleducato, dicendogli "hai più di 21 anni, è ora che tu sappia di chi sei figlio...".
Grande Albertone!!!