La felicità come la tristezza, non sono altro che momenti di straordinaria intensità emotiva di cui ignoriamo (nostro malgrado) tempi e luoghi. Lo chiamiamo fato. Ne sono un convinto sostenitore, supporto la tesi secondo la quale è opportuno lasciarsi guidare dal destino, o quantomeno assecondarlo, piuttosto che cercare di combatterlo ad armi impari. Che motivo avrei avuto di farlo quando nel fiore della gioventù il fato disegnava per me, forme dalle linee ben definite? Forse sono sempre stato fatalista fin da ragazzo ma, a darmi il giusto supporto in quegli anni era l’istinto, la voglia di vivere. Con il passare del tempo, il passo è diventato lento e la schiena per quanto forte, si è curvata sotto il fardello delle esperienze. La nostra percezione del mondo cambia in modo strano. Abbiamo l’impressione che quelle forme ben definite di un tempo siano ora scarabocchi incomprensibili di cui dovremmo rifiutarci di dare un’interpretazione. Se ce ne fregassimo, vivremmo come la maggior parte di coloro che definiamo: “fortunati”. Non so se chiamarlo masochismo, innata ambizione, irrazionale desiderio di chiarezza ma, nel pieno dei miei cinquanta anni mi sforzo di interpretare lo scarabocchio e non ne esco. Basterebbe pensare che quei momenti di straordinaria intensità (felici o tristi che siano) sono semplici scosse di cui spesso non abbiamo nemmeno la completa percezione. Domani è un altro giorno. Perché crucciarsi? Ecco che poi un giorno, una sera particolare, ti accorgi di quella forza devastante. Quell’ attimo è lì con te, ti strattona, ti possiede. Capisci che non è lì per caso; è frutto del percorso che tu stesso avevi tracciato. Cerchi di scacciare quell’istante brutto, lo spingi, lo cacci via, godi dell’istante felice, lo assapori, lo trattieni in te. Pensi a domani, prometti a te stesso di non fidarti delle tue azioni, di lasciare che il destino riprenda a spingerti dove vuole. Non penso smetterò mai di interpretare gli scarabocchi. Farò leva sull’idea che la vita è un soffio e che anche la felicità o l’infelicità potrebbero avvolgermi da un momento all’altro.
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AuthorFrajan Archives
November 2016
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