I malintesi sono molto diffusi nella comunicazione interpersonale e possono nascere per svariati motivi: in primo luogo per le differenze di cultura e di linguaggio tra gli interlocutori della conversazione. In questo caso, per risolvere il malinteso, dovremmo cercare di utilizzare le parole più appropriate per esprimere il nostro pensiero, così come dovremmo prestare molta attenzione alle deviazioni di significato della conversazione.
Alcuni malintesi possono nascere dalla cattiva qualità dell’ascolto, altri invece, nascono da un difetto di informazione; cioè un dare per scontato che la persona con cui si sta interagendo, conosca bene ciò di cui parliamo. Ogni messaggio quindi, viene interpretato in base alle conoscenze di ciascuno e, allo stesso tempo, a ciò che sappiamo delle conoscenze dell’altro.
Comunicazione obliqua
Concetto di comunicazione indiretta o obliqua: avviene quando si mascherano parzialmente le proprie intenzioni, attraverso un messaggio che è interpretabile sia a livello letterale, di contenuto, sia a livello più profondo, di relazione, chi parla offre all’interlocutore la possibilità di capire o di non capire (o di fingere di non capire);parallelamente, offre a se stesso la possibilità di non esporsi, di “salvare la faccia” mettendosi al riparo dal rischio di non risposta, o di rifiuto.
Sono molte le forme di comunicazione obliqua, ad esempio il silenzio usato in termini di sfida, o come forma di “evitamento”.
Può succedere che una persona, durante il processo comunicativo, interpreti erroneamente le nostre intenzioni, portando così la relazione ad un conflitto. Pur essendo possibile riparare al “malinteso”, spesso lasciamo correre per non creare ulteriori problemi.
Dovremmo invece imparare a pensare che non siamo vittime impotenti di fronte a insuccessi comunicativi, ma che abbiamo gli strumenti per trasformarli in successi.
Il malinteso è spiacevole e ci mette spesso a disagio, questo però, è anche un’occasione per capire le intenzioni reciproche e le aspettative che ci erano sfuggite.
La frequenza dei malintesi può aiutare a comprendere che malintesi ed equivoci vadano considerati parte della costruzione comune dei significati. Questi possono quindi essere utilizzati per rilanciare l’interazione, per creare nuova e più efficace comunicazione, a patto che vi sia il desiderio di farlo. Ma per uscire da un malinteso è necessario avere pazienza e fiducia.
Comunicare efficacemente non significa dunque evitare il sorgere di malintesi, quanto imparare a intervenire in tempo, prima che questi compromettano la comunicazione, o peggio, la trasformino in conflitti.
Dal malinteso al conflitto
Il conflitto è uno degli aspetti della vita di relazione di fronte al quale siamo più impreparati. Vivere conflitti è inevitabile e quando ne viviamo uno ci sentiamo minacciati.
È molto importante e utile, nella comunicazione interpersonale, saper riconoscere un conflitto sul nascere, dal momento che prima lo si riconosce più è facile affrontarlo.
Si tende a essere più litigiosi in una relazione in cui ci si preoccupa più di se stessi che dell’altro, viceversa, quando ci si preoccupa più per l’altro si è portati a subire e a non porre dei limiti al suo comportamento, al fine di evitare discussioni, con esiti comunque negativi.
Alcuni malintesi possono nascere dalla cattiva qualità dell’ascolto, altri invece, nascono da un difetto di informazione; cioè un dare per scontato che la persona con cui si sta interagendo, conosca bene ciò di cui parliamo. Ogni messaggio quindi, viene interpretato in base alle conoscenze di ciascuno e, allo stesso tempo, a ciò che sappiamo delle conoscenze dell’altro.
Comunicazione obliqua
Concetto di comunicazione indiretta o obliqua: avviene quando si mascherano parzialmente le proprie intenzioni, attraverso un messaggio che è interpretabile sia a livello letterale, di contenuto, sia a livello più profondo, di relazione, chi parla offre all’interlocutore la possibilità di capire o di non capire (o di fingere di non capire);parallelamente, offre a se stesso la possibilità di non esporsi, di “salvare la faccia” mettendosi al riparo dal rischio di non risposta, o di rifiuto.
Sono molte le forme di comunicazione obliqua, ad esempio il silenzio usato in termini di sfida, o come forma di “evitamento”.
Può succedere che una persona, durante il processo comunicativo, interpreti erroneamente le nostre intenzioni, portando così la relazione ad un conflitto. Pur essendo possibile riparare al “malinteso”, spesso lasciamo correre per non creare ulteriori problemi.
Dovremmo invece imparare a pensare che non siamo vittime impotenti di fronte a insuccessi comunicativi, ma che abbiamo gli strumenti per trasformarli in successi.
Il malinteso è spiacevole e ci mette spesso a disagio, questo però, è anche un’occasione per capire le intenzioni reciproche e le aspettative che ci erano sfuggite.
La frequenza dei malintesi può aiutare a comprendere che malintesi ed equivoci vadano considerati parte della costruzione comune dei significati. Questi possono quindi essere utilizzati per rilanciare l’interazione, per creare nuova e più efficace comunicazione, a patto che vi sia il desiderio di farlo. Ma per uscire da un malinteso è necessario avere pazienza e fiducia.
Comunicare efficacemente non significa dunque evitare il sorgere di malintesi, quanto imparare a intervenire in tempo, prima che questi compromettano la comunicazione, o peggio, la trasformino in conflitti.
Dal malinteso al conflitto
Il conflitto è uno degli aspetti della vita di relazione di fronte al quale siamo più impreparati. Vivere conflitti è inevitabile e quando ne viviamo uno ci sentiamo minacciati.
È molto importante e utile, nella comunicazione interpersonale, saper riconoscere un conflitto sul nascere, dal momento che prima lo si riconosce più è facile affrontarlo.
Si tende a essere più litigiosi in una relazione in cui ci si preoccupa più di se stessi che dell’altro, viceversa, quando ci si preoccupa più per l’altro si è portati a subire e a non porre dei limiti al suo comportamento, al fine di evitare discussioni, con esiti comunque negativi.